Non è un libro normale e quindi anche la recensione non deve essere normale. Della caratterizzazione dei personaggi o dei luoghi per questa volta non me ne i porta nulla. Importa invece del contenuto della trama, fitta di dialoghi, onirica ma maledettamente aderente alla realtà. E' infatti il tradimento il vero protagonista del romanzo. Passa quindi in secondo piano tutto. Amore tradito, amicizia tradita, ma in ogni caso sempre un alto senso del rispetto anche in condizioni in cui forse non se ne dovrebbe avere.
Dei antichi, dei nuovi. Fatti di sacrifici. Di sangue, di vita vissuta male, di non-vita. Si è morti anche senza essere morti, e si può essere molto vivi anche in punto di morte. Come spesso accade , Gaiman semina indizi, anche per futuri libri, tutto si miscela. Il cattivo diventa buono, il buono diventa il cattivo, la morte diventa vita e la vita diventa morte. Non è mai evidente dove inizia la fantasia e finisce la realtà e viceversa. Ed è questa la grandezza di Gaiman, grazie al quale, una volta finito un suo libro, dentro di te rimane il desiderio che in parte qualcosa sia vera per cui non resta che leggere ancora, leggere ancora Gaiman , abbandonandosi nel suo mondo, un mondo fatto di stranezze ed irrealtà, che incontriamo giornalmente nella vita reale senza riconoscerle perché noi sappiamo guardare "dietro le quinte" troppo impegnati ad essere sul palco a recitare la nostra vita che poi è quasi sempre quella di un altro.
Nessun commento:
Posta un commento